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“Vedo una città confusa: il problema non è la mia vespa”. La lettera aperta di un vespista genovese


xericos
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Dal sito Genova 24.it, di cui il testo allegato è di loro proprietà, riporto questa lettera di un Vespista Genovese, che rispecchia il pensiero di molti di noi. Vi metto anche il link diretto per chi volesse leggere l'articolo direttamente dalla pagina https://www.genova24.it/2019/04/vedo-una-citta-confusa-il-problema-non-e-la-mia-vespa-la-lettera-aperta-in-di-un-vespista-genovese-215555/?fbclid=IwAR1uyFKRM_e3w42m5iyHcv7znkMGASe-AKT6t83llWr-pQo-5EUcLEoGfWA 

Genova. Riceviamo e pubblichiamo questa lettera aperta alla città di Genova da parte di un concittadino “vespista”, scritta in risposta alle notizie dei giorni scorsi dell’imminente nuova regolamentazione da parte dell’amministrazione civica sulla circolazione di mezzi considerati obsoleti per ridurre l’inquinamento.

Cari tutti (nessuno escluso),
sono un vespista da anni e giro talvolta per Genova con la mia Vespa VNB6 del 1965 ad ammirare le bellezze della nostra città.

 

Vedo cose bellissime e sono orgoglioso di vivere in una città che offre tante soddisfazioni culturali, paesaggistiche, morali, carica di storia e carica di storie che cambiano nel giro di un quartiere, di un isolato o di uno spigolo di un palazzo seicentesco che orgoglioso svetta nei caruggi.

Vedo però, cari tutti (nessuno escluso), anche cose che non vorrei mai vedere e che dovrebbero appartenere ad una Genova del passato… Vedo una città divisa in due da un crollo avvenuto il 14 agosto scorso che porta malessere fisico e psicologico a chi come me lavora ad 80 metri a sud del crollo. Penso: starò respirando amianto, polveri sottili a tagli che non si possono nemmeno monitorare con gli impattori più piccoli possibili sulle teste delle sonde di prelievo, metalli pesanti che non respiravo qualche mese fa?

Vedo una città satura di inquinanti sprigionati da navi da crociera e traghetti che lasciano sempre accesi i loro motori, ausiliari che siano in sosta e potenti e carichi di cavalli in arrivo e partenza, che fanno emettere dai loro comignoli fumo nero che con il vento di scirocco arriva tranquillamente alla casalinga di Oregina che deve pulire la ringhiera del poggiolo una volta al giorno.

 

Vedo la mancanza di rispetto da parte dei trasporti pubblici che per quanto siano migliorati hanno pur sempre enormi lacune emissive a causa di motori troppo spesso demodè come manutenzione e vintage come età.

Vedo la lentezza delle opere di infrastruttura che porterebbero a migliorie del traffico cittadino e soprattutto merci dal porto all’oltre appennino con mezzi su rotaia silenti ed in galleria che farebbero si che i nodi autostradali fossero liberi da marmitte di camion.

 

Vedo centraline di monitoraggio ambientale messe in punti strategici, come quella di Via Buozzi fronte porto che vengono incolpate per i loro dati sopra i limiti di legge non per la nave in partenza ma per la mia Vespa che passa lì sotto con il suo marmittino da meno di mezzo centimetro che emette sostanze non congrue agli inquinanti rilevati in supero. Come in Corso Europa sopra un semaforo con fermata annessa dei bus in salita verso Via San Martino. Come a Multedo Villa Chiesa con il porto petroli lì sotto che eleva il benzene a valori abnormi. Basta leggere su internet e capire la situazione.

In pratica noto con il mio girovagare che, cari tutti (nessuno escluso), esiste un pressapochismo atto a sostenere che il male sono io e non la civiltà (?) nella quale viviamo. Civiltà (?) che ci autorizza a sostenere che le banchine elettrificate nel porto non servono (si, le hanno fatte nel settore riparazioni navali, ove gioco forza gli scafi sono fermi per riparazione, altrove sarebbero troppo costose), ci autorizza ad evadere problemi importanti con leggi che saranno emanate e finalizzate ad “aver fatto qualcosa” e poi non avere risultati se non un abbassamento dei valori inquinanti pari ad un prefisso telefonico, che si fanno 100 colonnine di ricarica di vetture elettriche sapendo che le vetture elettriche in Genova sono forse meno di 100 (e che si sposta l’inquinamento altrove, dove l’elettricità è prodotta), che, infine, il porto di Genova la Superba è monitorabile sino alla postazione di qualità dell’aria di Genova Bolzaneto, che sommata alle vetture ferme a causa del crollo citato dal mattino alla sera lì davanti ha valori di Ossidi di Azoto mai registrati prima, nonostante passassi ugualmente con la mia Vespa del 1965 proprio lì sotto.

Cari tutti (nessuno escluso)…. Mi fermo qui per farvi pensare un ciccinin a quello che state per emanare, entro la fine dell’estate, davanti ad uno scranno e non per strada. Vorrei farvi capire come certe leggi, in più come da voi detto analoghe a quelle di Milano dove ben poco è cambiato, servono a poco o nulla e che occorrerebbe innanzitutto buon senso. Un buon senso che porterebbe a pensare che dove la Vespa è nata (proprio nella nostra città), questa non deve morire. Togliere la mia VNB6 del 1965, piuttosto che una PX “moderna” dalle nostre strade porta a nulla.

Fate mente locale. Vi do la facoltà di ripensamento – da cittadino che ha ancora stima nell’operato di chi ci governa – nel decidere per misure concrete per eliminare elementi cancerogeni e non pagare fior di quattrini all’Europa in sanzioni che ci saranno così facendo anche nel futuro. Pensate al benessere dei vostri conterranei e non all’avvallo di misure tristi, truci e pregne di inutilità. Se lo farete lo stesso, probabilmente, saranno soldi persi che si sommeranno a tempo perso per risedersi al vostro scranno e valutare altre forme concrete per farci vivere meglio.

Concludendo vi saluto, cari tutti (nessuno – per ora!!!! – escluso). Vado a farmi un giro in Vespa, è una bellissima giornata di tramontana che sta spazzando via brutti pensieri e tutto lo smog presente nell’aria. A no: il biossido di azoto della pianura padana, da dove sono state già fatte fior di leggi, arriva anche qui…

Andrea Mondatori, vespista e membro del Vespa Club Genova

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